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Ho scritto in Estetica del bordino #1, che nelle foto di reportage, il bordino nero aveva una valenza di prova della vera fotografia non manipolata da tagli. Il bordino nero assume però anche un valore estetico e indica anche una qualità del fotografo che stampa la foto a tutto formato del negativo senza tagli, quindi dimostra la capicità di essere molto precisi nella scelta dell’inquadratura. Il bordo diventa quindi un fatto formale, una sorta di cornice che chiude l’opera e la valorizza. Ne sono un esempio molte delle foto di Richard Avedon, come quelle della serie fatte al  padre Jacob Israel, dove stampa il bordino dei fotogrammi formato 6×6 scattati con una Rolleiflex.
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Anche nelle foto di In the American West, Avedon stampa tutte le foto con il bordino così come fare in seguito anche per i ritratti e le foto di moda. È una firma estico-formale soprattutto quando le foto sono fatte con la Deardorff prima e poi con Sinar nel formato 20×25 cm (8×10 inch).

153427191-avedon17674a La foto qua sopra fatta appunto con una fotocamera a banco ottico di grande formato, presenta un bordino non riconoscibile per chi non ha mai lavorato con la pellicola e non ha mai visto un negativo o una diapositiva di grande formato. Il bordo nero è quello determinato dalle guide che trattengo il foglio di pellicola nello chassis vedi Fotocamere #4. Pellicole e chassis

Nella foto qua sotto una pellicola diapositiva 10×12 con un’immagine commerciale, si notato agli angoli i segni lasciati dalle pinze che reggono la pellicola durante il passaggio nei bagni di sviluppo e lungo il bordino in alto le tacche che caratterizzano la pellicola oltre alla denominazione commerciale. bordino10x12

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Le fotocamere folding medio formato, molto simili alle sorelle folding di grande formato, sono più piccole, più compatte, più facilmente trasportabili ma soprattutto non utilizzano pellicola piana in fogli singoli ma pellicola in rullo formato 120, questo le ha rese molto popolari e diffuse per tutto il secolo scorso.

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Zeiss Ikonta 6×6 chiusa.

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Zeiss Ikonta 6×9 (1937)

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Agfa Record III 6×9 (fotografia da http://www.photo.net)

Nel 1880 l’invenzione della pellicola flessibile in rullo, in sostituzione delle lastre di vetro (vedi Lincoln in negativo) permette una grande diffusione di macchine fotografiche più piccole e più semplici.

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Le fotocamere folding medio formato utilizzano pellicola 120 che è alta 6 cm e lunga circa 80 cm, avvolta su un rocchetto e con carta di protezione permette sulla sua lunghezza di impressionare 8 fotografie nel formato 6×9 cm o 12 fotografie nel formato 6×6 o 16 fotografie nel formato 4,5×6 cm.

In moltissimi di questi modelli è possibile fare foto in due diversi formati, come nella fotocamera Moskva 5 (si produzione sovietica circa anni ’70) che vedete qua sotto aperta con il rullo 120 inserito, sulla carta di protezione è visibile la numerazione dei fotogrammi per i diversi formati.

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Spostando una ghiera è possibile impostare il formato su 6×9 o su 6×6. Sul dorso due finestrelle rivelano il numero delle pose riportato sulla striscia di carta di protezione della pellicola.

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Attorno agli anni ’50 del secolo scorso viene messe in commercio la pellicola 220 che è lunga il doppio della pellicola 120 e permette il doppio di fotografie. La pellicola 220 ha un supporto più sottile ed è priva di carta di protezione, non è utilizzabile su tutte le fotocamere e in particolare non utilizzabile sulle folding con le due finestrelle per contare i fotogrammi, essendo priva di carta di protezione attraverso le finestrelle la pellicola prenderebbe luce.