Estetica del bordino #2

Ho scritto in Estetica del bordino #1, che nelle foto di reportage, il bordino nero aveva una valenza di prova della vera fotografia non manipolata da tagli. Il bordino nero assume però anche un valore estetico e indica anche una qualità del fotografo che stampa la foto a tutto formato del negativo senza tagli, quindi dimostra la capicità di essere molto precisi nella scelta dell’inquadratura. Il bordo diventa quindi un fatto formale, una sorta di cornice che chiude l’opera e la valorizza. Ne sono un esempio molte delle foto di Richard Avedon, come quelle della serie fatte al  padre Jacob Israel, dove stampa il bordino dei fotogrammi formato 6×6 scattati con una Rolleiflex.
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Anche nelle foto di In the American West, Avedon stampa tutte le foto con il bordino così come fare in seguito anche per i ritratti e le foto di moda. È una firma estico-formale soprattutto quando le foto sono fatte con la Deardorff prima e poi con Sinar nel formato 20×25 cm (8×10 inch).

153427191-avedon17674a La foto qua sopra fatta appunto con una fotocamera a banco ottico di grande formato, presenta un bordino non riconoscibile per chi non ha mai lavorato con la pellicola e non ha mai visto un negativo o una diapositiva di grande formato. Il bordo nero è quello determinato dalle guide che trattengo il foglio di pellicola nello chassis vedi Fotocamere #4. Pellicole e chassis

Nella foto qua sotto una pellicola diapositiva 10×12 con un’immagine commerciale, si notato agli angoli i segni lasciati dalle pinze che reggono la pellicola durante il passaggio nei bagni di sviluppo e lungo il bordino in alto le tacche che caratterizzano la pellicola oltre alla denominazione commerciale. bordino10x12

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